CAMPANIA
UNA PROPOSTA PER USCIRE DAVVERO
DALL'EMERGENZA DEMOCRATICA E DEI RIFIUTI.

il problema dei materiali e dei rifiuti è un problema sociale e non si
risolve coartando le procedure democratiche ed espropriando il sacro-
santo diritto del sistema delle autonomie locali e dell'intera società civi-
le a far pesare le proprie ragioni. Per questo per mettere sui giusti binari la soluzione dei conflitti in corso in Campania e un processo di condivisa risposta alla questione dei rifiuti OCCORRE IL RITIRO DEL COMMISSARIAMENTO che anzichè
portare un contributo alla soluzione dei problemi sul tappeto ha fatto
da "tappo" ad una vera SVOLTA. In questo senso passare da soluzioni che puntano sulla "centralità" della tecnologia a soluzioni che al contrario puntano sul "valore
aggiunto" del COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE vuol dire porsi nell'ottica di "RIFIUTI ZERO".

LA POPOLAZIONE DELLA CAMPANIA E' PARTE DEL PROBLEMA E PUO' E DEVE ESSERE PARTE DELLA SOLUZIONE.

PRIMA: RIDURRE E RECUPERARE I MATERIALI.

In linea con la normativa UE e applicata da gran parte dei paesi europei (ma non in Italia) occorre applicare obiettivi minimi di RIDUZIONE alla fonte degli scarti. Per la Campania che figura tra le ultime posizioni nella graduatoria nazionale per la produzione procapite di rifiuti con circa 450 kg\anno a fronte di una media nazionale di 521kg, si deve prevedere almeno una riduzione del 5% riferita alla produzione
dei rifiuti del 2002. Questo obiettivo può essere facilmente raggiunto attraverso accordi di programma con le categorie economiche e commerciali tesi ad introdurre modalità di "vuoto a rendere"(take back) come già attivato in gran parte dei paesi europei e in alcune province italiane. A rinforzo di questo occorre realizzare un sistema di piattaforme ecologighe per la riparazione, il riuso e il recupero di beni
durevoli,la diffusione dell'autocompotaggio familiare ma soprattutto UN SISTEMA TARIFFARIO che premi la minor produzione di rifiuti. Infatti nelle realtà italiane e in tantissime municipalità europee dove viene applicato questo sistema fiscale tra l'altro previsto dall'art.49 del dlgs 22\97 e da(peggiorativi) successivi decreti attuativi quali il dpr 158\99 ciò ha comportato il passaggio dal sistema di raccolta
stradale ad un sistema domiciliarizzato "PORTA A PORTA". Da dati statistici inconfutabili si ricava che quale conseguenza immediata ed "automatica" di tale passaggio si ottengono riduzioni della produzione dei rifiuti del 15-20% per effetto della diminuizione dei conferimenti impropri e della maggior oculatezza dei cittadini nel maneggiare i propri scarti anche in considerazione dei risparmi fiscali.
Questa modalità è peraltro prevista dalla normativa europea riassunta nella formula "YOU PAY AS YOU THROW" (paghi quanto butti). Comunque nelle nostre previsioni di PIANO ALTERNATIVO in via prudenziale ci atteniamo ad un obiettivo di riduzione del 5% assolutamente REALISTICO (la Spagna, paese tipicamente mediterraneo
ha approvato alla fine degli anni '90 una legge che prevede un obiettivo di riduzione dell'8%).

Pertanto assumendo i dati del 2002 ciò significa attestare la produzione dei rifiuti in Campania di un quantitativo pari a 2.470.000 ton\anno

a partire dal primo anno di applicazione della presente proposta. Tuttavia gradualmente è possibile raggiungere risultati ancora più significativi anche con il concorso di leggi regionali e nazionali che coinvolgano I SISTEMI INDUSTRIALI e DISTRIBUTIVI in prestazioni atte a ridurre la produzione di imballaggi non riciclabili e ad allungare il ciclo di vita dei beni di consumo. In questo senso appare molto in-
teressante il ricorso al MATER-BI(una "plastica" completamente biodegradabile derivata dal mais) le cui prestazioni,per quanto riguarda i confezionamenti in vaschette, pellicole e per stoviglie, pannolini ecc sono del tutto equivalenti alle plastiche derivate dal petrolio.

DA SUBITO RACCOLTA PORTA A PORTA della frazione ORGANICA.

Il primo intervento decisivo per avviare a soluzione l'emergenza cam pana è separare il flusso dei materiali biodegradabili dal resto dei rifiuti. Occorre considerare che in Campania questa frazione rappresenta circa il 35% dell'insieme dei rifiuti.Inoltre ciò evita una commistione con gli altri scarti che non risultando molto contaminati possono essere più facilmente recuperati e valorizzati.
Questo si ottiene DOMICILIARIZZANDO il servizio di raccolta sia verso le utenze familiari sia verso negozi, esercizi ecc.(ristoranti,pasticcerie negozi di frutta e verdura ecc) .La introduzione di tale modalità di raccolta PUO' ESSERE OPERATA IN TEMPI BREVISSIMI con costi sostenibili e deve essere accompagnata per lo meno da analoga raccolta del "resto non riciclabile".Ciò permetterà di applicare il "sistema puntuale" di tariffazione sulla base dei rifiuti prodotti dalle utenze.

Il modello applicativo è quello adottato da varie esperienze italiane di tra cui quella del "Consorzio Priula" in provincia di Treviso formato da 22 Comuni e da 205.000 ab., è forse la più interessante. Questo sistema "aggancia" la quota tariffaria alle frequenze di svuotamento del "resto" richieste dalle utenze producendo una tariffa più leggera per chi produce meno scarti non riciclabili. Poichè le"rese" di tale modalità di raccolta sono molto elevate si può stimare una"intercettazione"della frazione organica di circa il 90% del totale biodegradabile.

LA RD DEI MATERIALI SECCHI:CARTA,CARTONI,LEGNO,VETRO,PLASTICHE E METALLI.

In attesa di una attivazione generalizzata della raccolta"porta-porta"
anche di questi flussi dev'essere intensificato il numero dei contenitori
stradali per la sola raccolta differenziata da rendere il più possibile agevo-
le alle utenze.Anche cosi' si può stimare(nel triennio 2005-08):

IL 40% di intercettazione dei materiali cartacei (cioè circa 240.000 t\anno);
L'80% del vetro (cioè circa 160.000 t\a);
Il 25% delle plastiche (circa 75nno);
Il 60% dei metalli (50.000 t\anno).

PER UN TOTALE A RECUPERO DI CIRCA 525.000 T\anno.
A questi risultati di intercettazione corrisponde un obiettivo di RD di non
più del 50% già realisticamente raggiungibile in un triennio.
Esperienze italiane ma anche campane dove si è adottato questo siste-
ma fanno registrare quote di rd fino al 70-75%.

IL TRATTAMENTO DEL"RESTO".
Al netto dei recuperi da rd considerando anche i materiali legnosi valutabili
in un recupero di circa 25000 t\anno RIMANGONO CIRCA
1.250.000 t\ANNO
da inviare a trattamento-smaltimento.
Se consideriamo che con IMPIANTI DI SCREENING è possibile anche in
questa fase recuperare ulteriori materiali anche grazie alla loro non
contaminazione dovuta alla prioritaria intercettazione delle materie putre-
scibili avremo:

Il totale recupero dei metalli con semplici sistemi elettromagnetici;
la "biostabilizzazione" nella forma di compostaggio aerobico delle
frazioni"sporche" non intercettate dalla rd dei materiali organici e
dei cartoni contaminati;
il recupero dei cartoni non contaminati;Il parziale recupero di vetro
-plastiche-legno
PER CIRCA IL 50% DEL "RESTO" in ingresso all'impiantistica di trattamen-
to.
CIO' CHE RIMANE PER LO SMALTIMENTO FINALE
AMMONTA A CIRCA 600.000 t\anno.
(riducibile a 450.000 t\anno nel 2010)

Cioè circa il 25% del totale iniziale (1900 t\giorno per l'intera regione)
Questa frazione residua risulta formata da scarti"secchi" cioè privi
di sostanze putrescibili rilascianti odori e percolati.Essi possono essere
costipati per la loro riduzione volumetrica e posti in discariche esistenti
e comunque in discariche per soli scarti residui non putrescibili.
A questo punto occorre MONITORARE la natura di ciò che impone il ricor-
so alla discarica al fine di "SENSIBILIZZARE" i PRODUTTORI di scarti
non riciclabili per mettere in opera sistemi di progettazione di imballaggi
e beni di consumo interamente riciclabili o compostabili.E' questo il senso
DELLA RESPONSABILITA' CONDIVISA prevista nelle stesse normative
ve europee e il senso della visione "RIFIUTI ZERO" entro il 2020 allo sco-
po di minimizzare via via il ricorso alle discariche fino a poterne fare a
meno seppure in tempi realistici.
Occorre anche considerare che gran parte dei rifiuti campani (il 40%)
proviene dalla provincia di Napoli e di questi più della metà dalla città
capoluogo.Questo significa partire SUBITO DA NAPOLI .
D'altronde anche puntando come fanno il Commissario e Bassolino
sui megainceneritori significa UN MASSICCIO RICORSO ALLE DISCA-
RICHE per collocarvi gli ingenti quantitativi di CENERI E POLVERI
TOSSICHE che rappresentano VERE "BOMBE ECOLOGICHE".
Da studi internazionali(vedi studio dell'Ente di protezione ambientale in-
glese del '97)risulta che per ogni 100.000 tonn.incenerite, nelle ceneri
e nelle polveri di combustione si concentrano circa 8 grammi di diossina
e tonnellate di mercurio e di metalli pesanti (piombo,cadmio,cromo,
arsenico).L'inceneritore di Acerra se attivato a fronte delle 600.000 t\an-
no concentrerà circa 50 grammi di diossina ogni anno che rappresenta
una dose massiccia da moltiplicare per ogni anno di funzionamento.

NECESSITA' DI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO.
Dentro questo scenario alternativo diventa prioritario realizzare impian-
ti di compostaggio della frazione pulita proveniente dalla rd dell'organi-
co.Lo stesso commissariamento avrebbe dovuto prevedere alcuni
di questi impianti che sappiamo presentano costi di investimento molto
bassi se confrontati con quelli per gli inceneritori e tempi di realizzazione
molto rapidi.Perche invece di realizzare gli impianti per il CDR non si è
costruito questi impianti ?perchè, visto che gl'impianti per il cdr non
sono nemmeno in grado di produrre cdr conforme alle già "permissive"
normative non vengono riconvertiti ad impianti di compostaggio e di scre-
ning?
Sappiamo che questa strategia di valorizzazione agronomica della
frazione umida oltre ad essere funzionale ad un contesto economico
legato alla agricoltura e alla filiera agroalimentare risponde anche alla
necessità di restituire FERTILITA' ai suoli che in gran parte delle aree
meridionali sono soggetti ai fenomeni di degrado e di desertificazione.
La stessa frazione biostabilizzata (FOS) derivante dalla parte organica
non pulita,in questo scenario può essere sottratta alle discariche e at-
traverso un piano specifico potrebbe essere utilizzata per ripristini am-
bientali di cave dismesse o di siti degradati considerando la quasi
completa mineralizzazione del prodotto in questione.

CONFRONTO TRA QUESTO SCENARIO E QUELLO IMPOSTO CON IL COMMISSARIAMENTO.

Spesso si è strumentalizzata l'emergenza rifiuti per avallare le scelte
autoritarie del Commissario invocando la costruzione degli enormi
inceneritori quale scelta alternativa. Niente di più falso e infondato.
Cosi' come APPARE ODIOSO equiparare chi lotta contro inceneritori
e discariche a supporters della malavita organizzata.
La realizzazione degli inceneritori anche se venisse realizzata a
tappe forzate violando di fatto lo stesso"Stato di Diritto"come di fatto
sta avenendo comporta comunque almeno 3-4 anni di conflitti dagli
effetti devastanti anche sul terreno della tenuta democratica delle
stesse istituzioni.Al contrario un approccio saggio e lungimirante
può portare ad una SVOLTA con la quale avviare un percorso
risolutivo e virtuoso della questione.
Infatti la strategia che proponiamo PUO'ESSERE ATTIVATA DA SUBITO
senza investimenti faraonici come quelli previsti per gli inceneritori
che per di più mettono nelle mani di potenti gruppi privati
quali la FIBE (il consorzio d'imprese aggiudicatario dell'appalto)
tutta la delicata "partita" dei rifiuti.
Come detto si tratta di investire sulle risorse umane LOCALI e sul
coinvolgimento della popolazione e delle autonomie istituzionali.
Non vogliamo dire che non sia necessario UN PIANO STRAORDI-
NARIO DI INVESTIMENTI per finanziare le raccolte porta a porta che
avranno bisogno di un numero maggiore di addetti.Tuttavia questi
investimenti saranno compensati da "i minor costi di smaltimento"
e dalle entrate derivanti dal recupero dei materiali a carico del
consorzio CONAI.
Sappiamo ormai bene perchè affermato in moltissimi autorevoli
studi e soprattutto da precisi dati statistici che la forma PIU'COSTOSA
DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI E'PROPRIO L'INCENERIMENTO anche
quando questo può godere degli INDECENTI sovvenzionamenti
pagati da noi contribuenti previsti dal CIP6 che prevedono la vendita
agevolata di energia elettrica vergognosamente assimilata ad "energia
rinnovabile"con un IMBROGLIO che in Europa non ha eguali.

GLI EFFETTI OCCUPAZIONALI DELLA PROPOSTA "RIFIUTI ZERO"

Potenziando i sistemi di raccolta si dovrà aumentare il numero degli addetti. Inoltre sia per gestire le piattaforme ecologiche di riparazione, riuso e recupero\valorizzazione dei materiali saranno necessari posti di lavoro aggiuntivi e nuove professionalità. E' ipotizzabile anche un indotto locale formato da piccole imprese che a fronte di un'alta mole di materiali da riciclare e rigenerare sappia qualificare la propria capacità imprenditoriale.

STIAMO PARLANDO DI ALMENO 2000 POSTI DI LAVORO:

1000 NELLA RACCOLTA;
500 NEL TRATTAMENTO;
500 NELL'INDOTTO .

E questi dati appaiono sottostimati in quanto TUTTI GLI STUDI
relativi ai posti di lavoro derivanti dalla gestione degli scarti sono
pressochè UNANIMI nel riconoscere che una strategia di riciclaggio
e compostaggio prevede un'occupazione 4\5 VOLTE quella che si
ottiene con gli inceneritori.

Con gli inceneritori non si andrà oltre i 400 addetti e gran parte
degli utili andranno nelle tasche delle imprese del nord e delle multina-
zionali del settore che forniscono i forni e i sistemi di depurazione dei
fumi. Alla popolazione locale rimarranno inquinamento,una peggiore
situazione sanitaria e il deprezzamento dei terreni nonchè una perdita
notevole di immagine e di qualità per quelle produzioni come quelle
agrozootecniche legate alla tipicità dei prodotti.La stessa industria
del turismo avrà tutto da perdere da un degrado del territorio.
Al contrario puntare sulla qualità ambientale non solo significa
risparmiare energia, materiali e tutela del territorio ma anche fornire di

valore aggiunto

il vasto indotto agroalimentare e turistico dell'intera regione.
Pensiamo infine che la malavita si rafforzi all'ombra della mancanza
di trasparenza e di gruppi industriali che concentrano nelle loro
mani enormi profitti e capacità d'influenza sui governi locali e
nazionali. Al contrario coinvolgere le comunità può essere un
potente strumento deterrente nei confronti dei poteri criminali
e può disegnare un futuro di speranza e di riscatto per una terra
dal glorioso passato e dotata di risorse umane e naturali apprezzate
in tutto il mondo.

Roma 9 marzo 2005

a cura della RETE NAZIONALE DI COLLEGAMENTO "RIFIUTI ZERO"

La stesura del presente documento è stata curata da
Rossano Ercolini e Franco Mennitto

bibliografia e documentazione

AGENDA DEI CITTADINI PER RIFIUTI ZERO -Connett-Sheean
DOSSIER PREVENZIONE -CONAI -Sole 24 ore 04
NOTIZIARIO DELLA SCUOLA AGRARIA DEL PARCO DI MONZA-dicembre 04
LA GESTIONE DEGLI IMBALLAGGI IN ITALIA E IN EUROPA -Tornavacca luglio 04
DOCUMENTO FEDERAMBIENTE SULLA COMPARAZIONE DEI COSTI TRA I DIVERSI
SISTEMI DI RACCOLTA-ottobre 03
ON THE ROAD TO ZERO WASTE-video di Paul Connett sulle esperienze di "rifiuti zero"
in S.FRANCISCO-CAMBERRA-NUOVA SCOZIA.
WASTE INCINERATION-A DYING TECHNOLOGY -a cura di GAIA
(Global Alliance for Incineration Alternatives)

Documento presentato alla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti
da Tommaso Esposito, Virginia Petrellese, Rossano Ercolini.